Impatto della Legge di bilancio 2024 sul regime fiscale della costituzione del diritto di superficie

L’Agenzia delle entrate si sofferma a chiarire il regime fiscale dei corrispettivi derivanti dalla costituzione del diritto di superficie, con riferimento all’articolo 67, comma 1, lettera h), del TUIR (Agenzia delle entrate, risposta 13 maggio 2025, n. 129).

L’Istante è un’associazione sportiva dilettantistica qualificata come ente non commerciale ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera c), del TUIR, la quale, in qualità di piena proprietaria, ha ceduto e trasferito la proprietà di una costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà del suolo, avvalendosi dell’articolo 952, comma 2, del codice civile. Tale operazione è stata effettuata per una determinata durata e dietro pagamento di un prezzo.
Il quesito posto, dunque, riguarda le conseguenze fiscali di tale operazione a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge di bilancio 2024 al trattamento fiscale dei corrispettivi derivanti dalla costituzione a titolo oneroso dei diritti reali di godimento. In particolare, l’Istante chiede se dalla cessione della proprietà superficiaria derivi una plusvalenza di cui all’articolo 67, comma 1, lettera b), del TUIR.

 

In risposta, l’Agenzia ricorda che l’articolo 952 del Codice civile disciplina la costituzione del diritto di superficie in due modi: al primo comma, concedendo il diritto di fare e mantenere una costruzione sul suolo altrui, e al secondo comma, alienando la proprietà della costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà del suolo. Questa seconda ipotesi è quella della cosiddetta “proprietà superficiaria“.

Dal punto di vista fiscale, l’articolo 73, comma 1, lettera c), del TUIR individua i soggetti passivi, ai fini IRES. Il loro reddito complessivo è costituito dai redditi fondiari, di capitale, d’impresa e diversi, ovunque prodotti. Nella determinazione dei redditi delle singole categorie, sono soggetti alle disposizioni del Titolo I del TUIR, salvo quanto disposto dalle norme espressamente destinate agli enti non commerciali residenti, rinvenibili al titolo II, capo III, del medesimo Testo unico.

 

Le modifiche operate dalla Legge di bilancio 2024 hanno interessato l’articolo 9 e l’articolo 67 del TUIR:

  • l’articolo 9, comma 5, del TUIR (modificato) dispone che, ai fini delle imposte sui redditi, le disposizioni relative alle cessioni a titolo oneroso valgono anche per gli atti a titolo oneroso che importano costituzione o trasferimento di diritti reali di godimento, salvo diversa previsione;
  • l’articolo 67, comma 1, del TUIR, definisce i “redditi diversi”. La lettera b) include le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di cinque anni, nonché le plusvalenze derivanti da cessioni di terreni edificabili. La lettera h) include i redditi derivanti dalla concessione in usufrutto, dalla costituzione degli altri diritti reali di godimento di beni immobili.

La relazione illustrativa alla Legge di bilancio 2024 chiarisce che l’equiparazione tra il diritto di proprietà e i diritti reali di godimento di cui all’articolo 9, comma 5, opera esclusivamente nell’ipotesi di cessione del diritto reale, mentre tale equiparazione è esclusa nell’ipotesi della loro costituzione. La modifica ricomprende espressamente nell’ambito dell’articolo 67, comma 1, lettera h), l’ipotesi di costituzione del diritto di superficie sui beni immobili e di altri diritti reali di godimento.

Analogamente, la relazione tecnica rileva che, salvo casi specifici, il regime impositivo delle plusvalenze è riservato solo alle cessioni dei diritti reali di godimento che seguono la sua costituzione. I redditi ricavati in sede di costituzione dei medesimi diritti divengono imponibili per l’intero ammontare percepito nel periodo d’imposta.

 

Pertanto, a decorrere dal 2024, per effetto delle novità introdotte dalla Legge di bilancio 2024, ai corrispettivi derivanti dalla costituzione del diritto di superficie non si applica più il regime fiscale delle plusvalenze di cui alla lettera b), comma 1, dell’articolo 67, del TUIR. Tali corrispettivi trovano invece una autonoma disciplina nella successiva lettera h).

Ai sensi dell’articolo 71, comma 2, del TUIR i predetti  redditi «sono costituiti dalla differenza tra l’ammontare percepito nel periodo di imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione».

Pertanto, in applicazione della normativa e dei principi esposti, nel caso di specie, il corrispettivo derivante dalla costituzione a titolo oneroso del diritto di superficie oggetto dell’istanza costituisce reddito diverso ai sensi dell’articolo 67, comma 1, lettera h), del TUIR, determinato secondo i criteri di cui al successivo articolo 71, comma 2.

Bonus donne: le indicazioni operative

Fornite le istruzioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi all’agevolazione contributiva (INPS, circolare 12 maggio 2025, n. 91).

A seguito dell’emanazione del decreto attuativo del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze dell’11 aprile 2025, l’INPS ha illustrato l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati per le assunzioni a tempo indeterminato di donne svantaggiate, effettuate entro il 31 dicembre 2025, introdotto dall’articolo 23 del D.L. n. 60/2024 (Decreto Coesione).

Nella circolare in commento, inoltre, l’Istituto ha fornito anche le indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali relativi a tale agevolazione contributiva.

Il cosiddetto Bonus donne

In particolare, l’articolo 23 del Decreto Coesione ha stabilito un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Il beneficio è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi e ha un limite di 650 euro mensili per ciascuna lavoratrice, al netto dei premi INAIL.

L’incentivo si applica all’assunzione di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti nelle regioni della ZES unica, oppure all’assunzione di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, a prescindere dalla regione di residenza. Sono esclusi dal beneficio i contratti di lavoro domestico e di apprendistato.

L’esonero non è cumulabile con altri incentivi contributivi, ma è compatibile senza alcuna riduzione con la maxi deduzione del 120% sulle nuove assunzioni, prevista dal D.Lgs. n. 216/2023.

Gli adempimenti dei datori di lavoro

Il datore di lavoro richiedente gli esoneri contributivi in argomento deve inoltrare all’INPS la domanda di ammissione alle agevolazioni in trattazione, avvalendosi esclusivamente del modulo di istanza on-line disponibile sul sito istituzionale dell’INPS, nella sezione denominata “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) – Incentivi Decreto Coesione – Articolo 23- Donne”.

Il modulo sarà disponibile sul sito istituzionale a decorrere dal 16 maggio 2025. Nel modulo devono essere indicati:

– dati identificativi dell’impresa;
– dati identificativi della lavoratrice nei cui confronti è intervenuta o potrebbe intervenire l’assunzione a tempo indeterminato, inclusa la residenza;
– tipologia di contratto di lavoro sottoscritto o da sottoscrivere (se a tempo pieno o a tempo parziale) e l’eventuale percentuale oraria di lavoro;
– retribuzione media mensile che sarà erogata, comprensiva dei ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità, nonché l’ammontare dell’aliquota contribuiva datoriale riferita al rapporto di lavoro oggetto di esonero;
– dichiarazione del datore di lavoro ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, con la quale il medesimo esclude il cumulo con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento con riferimento alla singola lavoratrice.

Ai fini dell’ammissione alla fruizione delle misure di esonero in argomento, l’INPS quantifica quanto possa essere erogato per ciascuna annualità per il singolo rapporto di lavoro, provvedendo ad accogliere le richieste solo laddove vi sia sufficiente capienza di risorse da ripartire pro quota per tutti i 12 o 24 mesi di agevolazione spettante, come espressamente previsto dall’articolo 4, comma 5, del decreto attuativo. L’importo dell’esonero riconosciuto dalle procedure telematiche costituisce l’ammontare massimo dell’agevolazione che può essere fruita nelle denunce contributive.

Infine, nella circolare in commento sono incluse, tra l’altro, le modalità di esposizione dei dati relativi alla fruizione degli esoneri nelle sezioni <PosContributiva>, <ListaPosPA> e <PosAgri> del flusso Uniemens.

CCNL Poste: Slc-Cgil e Uil-Poste scrivono a Poste Italiane

Le OO.SS. chiedono la salvaguardia dei diritti sindacali

Con un comunicato del 7 maggio 2025, Slc-Cgil e Uil-Poste hanno reso nota la lettera indirizzata a Poste Italiane per evidenziare, come si evince dal testo della missiva, la posizione dei rappresentanti del middle management che, a detta delle OO.SS., fanno proselitismo all’interno dell’azienda, facendo leva sul doppio ruolo che ricoprono, sia sindacale che aziendale.

 

Slc-Cgil e Uil-Poste denunciano l’impedimento a svolgere la propria attività sindacale e la situazione di lavoratrici e lavoratori discriminati per la propria appartenenza sindacale. La richiesta avanzate a Poste Italiane è che si intervenga con le strutture dirigenti di risorse umane affinché si ripristini, quanto prima, un clima di normalità e al rispetto dei principi costituzionali.  

CCNL Poste: ufficializzati i dati per il premio di risultato

La percentuale stabilita è pari al 105%

Le Segreterie Nazionali Cisl-Fp, Confsal-Comunicazioni, Failp-Cisl, Fnc-Ugl hanno reso noti i dati relativi al calcolo degli obiettivi relativi al Premio di Risultato dell’anno 2024, e comunicata l’erogazione   nella percentuale del 105% con la busta paga del mese di  giugno.

Viene specificato che il lavoratore può decidere di destinare fino ad un massimo del 100% del premio in Welfare aziendale, non oggetto di tassazione, così distribuito:

100,00 euro in caso di destinazione del 10% del proprio premio.

300,00 euro in caso di destinazione del 50% del proprio premio.

600,00 euro in caso di destinazione di almeno il 90% del proprio premio.

Gli importi sono erogati tenendo conto delle assenze per malattia nella misura di 1/312 per coloro che lavorano su 6 giorni settimanali e 1260 se l’orario è su 5 giorni settimanali

Sono escluse dal computo ai fini degli eventi, le assenze dovute a patologie del CCNL e ricoveri ospedalieri anche in day hospital adeguatamente documentati, ivi  ricomprendendo i periodi di prognosi, infortuni sul lavoro, nonché congedo  maternità per un periodo di cinque mesi, ed eventuale interdizione anticipata e/o posticipata.

Nuove disposizioni su tributi regionali e locali e federalismo fiscale: D.Lgs. in esame preliminare

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in sede di esame preliminare, un decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale (Presidenza del Consiglio dei ministri, comunicato 9 maggio 2025, n. 127).

Il provvedimento, su proposta congiunta del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, introduce misure volte a rafforzare l’autonomia fiscale per gli enti territoriali e a semplificare gli adempimenti a carico di cittadini e imprese.

 

In linea con le disposizioni già implementate per i tributi statali, si prevede la possibilità anche per gli enti territoriali di adottare meccanismi incentivanti l’adempimento spontaneo. Tra questi, spiccano sistemi premiali per i contribuenti che optano per l’addebito diretto in conto corrente, l’introduzione di comunicazioni preventive all’avvio di attività di accertamento (lettere di compliance e avvisi bonari), e la facoltà di istituire forme di definizione agevolata delle pretese tributarie, con riduzione delle sanzioni e degli interessi dovuti.

 

Specificamente per le regioni, viene introdotto l’avviso di accertamento esecutivo, finalizzato ad accelerare le procedure di riscossione coattiva. Contestualmente, si interviene semplificando la gestione della tassa automobilistica.

 

Per quanto concerne le province, si prevede che il gettito dell’Imposta Provinciale di Trascrizione sia assegnato all’ente nel quale è gestita concretamente l’attività e non dove è solo domiciliata la sede legale.

 

Relativamente ai comuni, il decreto prevede una maggiore proporzionalità nella commisurazione delle sanzioni applicabili in materia di IMU, TARI, imposta di soggiorno e contributo di sbarco. Si introduce, altresì, una semplificazione degli adempimenti dichiarativi concernenti l’IMU, attraverso l’adozione di un modello telematico unificato. Inoltre, al fine di incentivare la partecipazione degli enti locali all’attività di recupero dell’evasione fiscale, per il triennio 2025-2027, viene elevata dal 50% al 100% la quota da attribuire ai comuni per le maggiori somme accertate e riscosse.